Di corse, ricci, risate, castagne e tradizioni: torta di castagne e pere volpine
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Come già vi raccontavo ieri, per me le castagne sono un ricordo dedicato allo stare insieme, alla famiglia, al calore.
Esse mi riportano alla mente alcuni del momenti più belli della mia infanzia.
La preparazione dei dolci di cui vi parlavo ieri, ma sopratutto la raccolta.
Capitava infatti che ogni anno i miei zii e cugini dal paese vicino, quelli di Bologna e a volte anche quelli di Ravenna venissero a casa mia. Ma non per un pranzo di famiglia. Venivano ogni anno per raccogliere le castagne. Era una sorta di tradizione, di raduno giocoso e felice. Una giornata di calore ed amicizia vera. Una giornata all’anno che ancora porto nel cuore.
E così vestiti da bosco e muniti di cestini salivamo tutti a turno sulla 4×4 del mio papi e ci “trasferivamo” nel castagneto più vicino. Li cominciava il divertimento.
Io ero piccina e metà del tempo lo passavo a correre su e giù per il castagneto -perchè lo sapete che tutti i castagneti qui sono in pendenza vero?- e a giocare con i miei cucini e mio fratello, ma anche allora a fine giornata volevo aver trovato la castagna più grossa, la castagna più bella.
C’era infatti ogni anno una sorta di gara tra i bambini e chi trovava la castagna più grande, era poi il primo a poter salire sulla panda 4×4 del rientro e quindi il primo a poter fare la doccia ed essere libero di tornare a giocare (chi alle Barby, chi ai video giochi) 🙂 .
Se chiudo gli occhi sento ancora quel profumo di sottobosco, quelle grida, quelle risate.
Il rumore degli scarponcini sulle foglie secche di noi che correvamo ed i sussurri dei passi leggeri di mio padre, rispettosi del bosco. Il bosco che in quelle giornate gli regalava tante castagne e spesso anche qualche fungo…
Quel bosco che ti sa rimettere al mondo, che ti coccola come nessuno. Quel luogo magico in cui puoi davvero respirare, in cui ti senti leggero, in cui puoi fermarti un attimo a pensare.
Il bosco. Forse non c’è luogo in cui mi senta più a casa che nel bosco delle mie colline. Lui mi sussurra all’orecchio parole dolci, mi regala frutti magici come castagne, funghi, bacche ed erbe spontanee.
Lui mi sostiene, lui mi da forza, linfa vitale. Il bosco.
Le mie colline racchiudono la mia infanzia, il perdiodo più bello della mia vita. Senza pensieri (o meglio con gli atroci dubbi esistenziali che può avere una bambina di 10 anni) a correre su e giù con la famiglia per le castagne, a passeggiare sul crinale nelle giornate di fine estate, a “fare la scivolina” giù per i pendii delle pinete con il mio nonno.. e la nonna a casa ad aspettarci per la cena…. ma queste sono altre storie… e forse un giorno ve le racconterò, promesso.
Ora veniamo alla ricetta di oggi. Come vedete è una torta, è una torta che racchiude i saperi antichi di una nonna, che racchiude due ingredienti poveri e spontanei: la castagna e la pera volpina (o anche con quella broccolina veniva fatta).
La pera volpina per chi non la conoscesse è una pera che nasce spontanea nelle nostre colline, un frutto antico che oggi si fatica a trovare, ma la fortuna ha voluto che un piccolo seme un dì, scelse di crescere proprio nel giardino di fronte a casa, e che quindi ogni anno io ne abbia una gran quantità. Ma se vi interessa, ne parlo in uno dei prossimi post 🙂 Oggi si parla di castagne!! Che se no poi quelle dell’Mtc mi dicono che vado fuori tema!!! 😉
E quindi voilà una ricetta arricchita dalla presenza della ricotta del contadino, e come capirete questa è sicuramente una aggiunta degli anni ’50-’60, quando le famiglie del paese cominciavano a stare meglio. Prima probabilmente era senza.
Un’aggiunta degli anni ’60-’80 (mia nonna non si ricorda esattamente quando, abbiate pazienza ma la memoria delle mie fonti a volte comincia a fare i capricci) era anche la pasta sfoglia sotto e sui bordi, cosa che ho voluto omettere e ho sostituito con biscotti secchi che avevo fatto qualche giorno fa, un po’ come se fosse il fondo di una cheesecake.
Si tratta di una torta semplice e senza pretese ma dal gusto deciso, dal profumo del bosco. Fatemi sapere se a voi è iaciuta tanto quanto a me. 🙂
- 120gr di pere volpine
- 170gr di castagne
- 50 gr di zucchero di canna grezzo
- 1 cucchiaino di uvetta
- 1 cucchiaino di pinoli
- 1/2 stecca di vaniglia
- 185gr di ricotta vaccina
- 250gr di biscotti secchi (meglio se al cacao o alle castagne)
- olio di semi di sesamo q.b.
- latte fresco vaccino q.b.
- Sbollentare le castagne e le pere volpine. Poi pelare entrambe e metterle in una casseruola con acqua fino a coprirle, aggiungere lo zucchero e la stecca di vaniglia aperta a lasciar bollire per 40-45 minuti con coperchio, fino a che non risultino morbide morbide.
- Mettere le pere e le castagne nel mixer e ridurle in purea.
- Nel frattempo frullare i biscotti nel mixer aggiungendo olio di semi di sesamo finchè il composto non raggiunga una consistenza malleabile.
- Preparare quindi uno stampo a cerniera da 24cm con la carta da forno sul fondo e stendere la pasta-biscotto sul fondo. Pigiare bene e mettere da parte (volendo si pò mettere in frigo).
- Mettere la purea di frutta e castagne in una ciotola, aggiungere la ricotta, l’uvetta e i pinoli e mescolare bene il tutto fino ad orrenere una purea omogenea e non troppo solida – nel caso aggiungere un pò di latte (deve avere la consistenza del preparato di una cheesecake).
- Versare poi quest’ultima all’interno dello stampo precedentemente preparato.
- Costargere con i pinoli e infornare in forno caldo a 160°C per 50 minuti.
- Conservare in frigorifero e servire fredda o a temperatura ambiente.
Ovviamente questa è la mia seconda ricetta per la sfida MTC n.34:
E poi vi preannuncio che sto spremendo la memoria della sudetta nonna, che mi ha accennato a un preparato di farina di castagne che cuocevano da piccoli sulla stufa dentro i ditali…. insomma staytuned come si suol dire perchè ho intenzione di andare a fondo nella faccenda e raccontarvelo su questi schermi 🙂
Intanto io mi prendo una fetta di torta e scappo a lavorare!
A presto,
B.
benedetta è tutto uno splendore dallaricetta alla foto al tuo sito sono senza parole complimenti
e certooo che ti seguooo
Benny, che meraviglia! quelle piccole pere sullo sfondo sembrano un dipinto!
… come sempre i tuoi racconti toccano il cuore!
Bacio
Bellissime foto Benny, una luce incredibile. Domanda tecnica: che obiettivo hai usato nella prima foto?
Domanda 2: che pere può usare una che vive in città lontano anni luce dalle Volpine?
Un bacione grandissimissimo
Innanzitutto benvenuta nel gruppo degli Mtchallengers!
Ammetto di non aver ancora visto la prima proposta, ma questa mi piace un sacco, perché racconta la stessa storia che hai descritto tu, fatta di gesti tradizionali, di sapori e colori che sanno di autunno. Direi che sei partita in quarta, anzi in 4×4.
Fabio
sei magica
Beh, ti ho già detto tutto ieri, ma questa torta qui mi piace ancora di più, se possibile del Montblanc. Magica.
PS Non hanno un nome adorabile le pere volpine?
aaah ritornano le pere volpine!!!!
ed io oltre a ribadire quanto ti ho scritto ieri (ma non piangere eh!! io ero rimasta che ti facevo ridere….) ti dico che queste pere volpine mi ricordano tanto la pera picciòla che si trova dalle mie parti. a dire il vero la pera picciòla si trova solo ad Abbadia San Salvatore, è una pera antica, ormai dimenticata (o forse appena riscoperta?) dura e soda anche dopo essere stata cotta, non si disfa insomma.
a noi le cose rare e antiche ci piacciono. parecchio. come quei bellissimi piatto e coltello che fanno da complemento alle tue meravigliose foto.
e poi le passeggiate nel bosco..tutto qui profuma di casa, di famiglia, di Benny… : )
Un inno al bosco e ad uno dei suoi doni,non potevi scegliere parole più belle e ricordi più dolci!Il tutto decorato da un dolce che non pretende,ma si concede nella sua naturalezza e bontà,complimenti per tutto!
Un abbraccio!
Che bel ricordo ci hai regalato!
E una ricetta meravigliosa!
Incantenvole 🙂
Incantevole il racconto, la ricetta e le tue foto… e non volevi partecipare…
Bello tutto, i tuoi ricordi, le tue parole, le tue foto e la ricetta che amo già alla follia… qui le pere volpine si trovano ancora. Ci provo a rifarla, giuro che ci provo. Ti abbraccio piccola, dolce e geniale Benny
che bello leggere questa dolcissima storia…i ricordi sono sempre qualcosa di prezioso da conservare come un tesoro..
ottimo dolce, un abbraccio!!!
Bellissima storia Benedetta poi le foto e la ricetta…beh…io amo sempre di più venirti a trovare…mi piace proprio.
Leggendo del bosco della tua infanzia io ho pensato alle mie ‘calli’, ai campielli, alla laguna….che strano quanto rimane dentro di noi della nostra infanzia..e io sono davvero veneziana ‘dentro’…
Bravissima, davvero. Baci, roby
Ciao, non conoscevo il tuo blog e son arrivata qui per l’Emmeti, mi sono innamorata delle foto e di come scrivi! E poi, questa ricetta… A casa ho tutto, sostituisco le pere volpine (che non ho nemmeno idea di cosa siano) con delle normalissime kaiser, uso ricotta di bufala, che mandorle al posto dei pinoli… Insomma, ricreo. 🙂 Grazie, che bella idea!
Amore mio…vai fondo sulla faccenda che io resto al’ ascolto! Vedi che il mio naso ha fiuto?!?!?!!? Sono stanchissima, sto entrando adesso sulla nave e rientro da una giornata interminabile!!!ti bacio e noi ci aggiorniamo in sett! Okkkkkkkkkey?!?!?!
Benvenuta nel gruppo! quanti ricordi in comune, il bosco e la raccolta delle castagne, e pure le pere volpine, sarà che abito a Ravenna e i luoghi sono quelli ma mi ritrovo in tutto.
Bellissima questa ricetta e anche le foto sono splendide!
a presto
Che splendore questo post, è poesia pura, tra dolci ricordi di famiglia e quel calore che solo le castagne sanno dare… ancora una volta mi hai colpita al cuore!
Un abbraccio, Tatiana
presentazione, ricetta e foto splendide! Le pere volpine che non conoscevo fino a pochi giorni fa, mi stanno incuriosendo moltissimo: certo in foto rendono bene !
Benvenuta.
Daniela
Ma che meraviglia, Benedetta! Non solo la torta (che comunque sì, è una goduria), ma la tua storia che profuma di infanzia e di sottobosco.
E io comunque aspetto i frutti della memoria della nonna, che mi intrigano assai 🙂
Sono appena approdata sul tuo blog e devo dire che lo trovo davvero ben fatto e super interessante. Golosissima questa tua ricetta, bellissime le foto e fantastici i tuoi racconti. Anche io andavo spesso nel bosco da bambina ed ho dei ricordi stupendi che mi accompagneranno sempre e che si risvegliano ogni volta che chiudo gli occhi e sento il profumo dei funghi e delle castagne…