Pizza con farina di grano verna ai peperoni: il frutto di un’esperienzaal Consorzio agrario di Siena
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Come vi avevo raccontato prima di partire per le vacanze* a fine luglio sono stata convocata, ospitata e coccolata nella magnifica città di Siena in occasione di Siena & Stars.
Chi mi segue avrà già letto le mie impressioni ed emozioni a caldo. Chi se le fosse pers può ritrovarle in questo post.
Oggi però partiamo da una delle realtà (da sogno) che ci ha accolti e coccolati: il Consorzio Agrario di Siena.
Questa realtà comprende: due aziende agricole, un frantoio, due ristoranti, diciotto negozi alimentari e più di duemila soci.
A descriverci questa realtà, il direttore generale Giovanni Bizzaro, i suoi collaboratori Alessandro Pannacci, Roberto Neri e Alessio Pianigiani.
L’azione principale del consorzio è quella di vendere ai produttore mangimi, macchine agricole; per poi dagli stessi produttori ricomprare i prodotti finiti da commercializzare sul territorio.
In questo modo il consorzio agrario di Siena, valorizza i prodotti agricoli del territorio ed aiuta anche i produttori più piccoli che in questo modo riescono a commercializzare i prodotti senza eccessive spese.
Esiste infatti una rete di negozi alimentari e spacci per garantire una territorialità e un servizio al consumatore che può così accedere alle tipicità locali, quali salumi, formaggi, vini.
Uno dei progetti promosso dal Consorzio è la promozione è la “Pasta dei coltivatori toscani”.
Una pasta “senza brand” di semola a lentissima essicazione, di grano duro coltivato esclusivamente nelle province di Siena ed Arezzo, le cui fasi industriali avvengono tutte in territorio Toscano.
Questa attenzione alla provenienza e al luogo della lavorazione ci permette di conoscere e controllare tutta la filiera, che è dunque certificata e chiusa all’interno del territorio.
Grazie alla presenza di questo progetto, viene data agli agricoltori del territorio la possibilità di far parte di una realtà più grande che parte si dal loro grano ma si conclude con un prodotto finito, che arriverà direttamente nelle mani del consumatore.
Questa pasta non porta sul piatto del consumatore solo il valore e l’importanza di questo progetto, ma anche tutte le caratteristiche della regione.
Un modestissimo Roberto Neri, ci racconta che non si vuol promuovere la pasta Toscana come la migliore ma si vuol portare l’attenzione del consumatore sulla materia prima! Direi che questa filosofia di pensiero e di azione “la dice lunga” sulle persone che guidano questa realtà.
Di altri progetti importanti promossi dal Consorzio Agrario di Siena, ve ne parlerò lungo la serata, esattamente come hanno fatto loro con noi, sarà un po’ come trasportarvi li… chissà se almeno le mie immagini se non le mie parole sapranno arrivare fino al vostro cuore e al vostro palato ;)All’interno del banco alimentare del negozio al piano terra potete trovare pregiati vini del Chianti e di Montalcino, le carni di chianina e cinta senese, l’olio extravergine d’oliva, il pane, il miele di sulla ma anche formaggi delle Crete Senesi e della Val d’Orcia.
Questi pecorini, in particolare, vengono ricavati da latte crudo, nonostante le possibilità di non ottenere un prodotto esteticamente perfetto, continuano ad ssere prodotti dagli allevatori proprio grazie all’intervento del Consorzio. Esso infatti li sostiene acquistando comunque le forme di pecorino.
Il compito del consorzio, non è infatti solo quello di sostenere i produttori locali nelle loro attività, ma anche di aiutare le persone ad affrontare certi percorsi innovativi e di qualità.
Il compito del consorzio, non è infatti solo quello di sostenere i produttori locali nelle loro attività, ma anche di aiutare le persone ad affrontare certi percorsi innovativi e di qualità.
Il consorzio diviene così una porta di conoscenza del territorio.
Un altro progetto/prodotto di cui è indispensabile parlarvi è il grano Verna, la sua farina ed anche la sua birra.
Questo grano era anticamente coltivato sul territorio, in particolare sulle colline dell’arentino. Esso presenta un chicco semi-lungo dal colore tendente al rosso.
Il nome Verna è stato dato dall’università di Firenze assieme al consorzio di Siena per indicare questa varietà di grano tenero da coltivare in montagna e ambienti difficili.
La farina viene ovviamente macinata a pietra ed è la base insostituibile del “pane Verna” una delle specialità che non ho potuto non acquistare e portare a casa con me. Questo pane oltre che ottimo al gusto è digeribile dura più di una settimana grazie alla sua lievitazione interamente naturale.
Quando esso diventa raffermo, di ente ottimo ingrediente per i piatti della tradizione Toscana.
Sempre il grano verna è artefice e protaonista di uno dei prodotti che più mi ha affascinato: la birra Verna. Cruda, rifermentata in bottiglia, dal sapore leggero e leggermente fruttato. Amore a prima vista assaggio!
E la serata degustazione a noi dedicata comincia con pizza, salumi e formaggi, panzanella, pappa al pomodoro… il tutto maestralmente eseguito sotto i nostri occhi attenti dallo chef Massimiliano Cappelli.
Si comincia la cena degustazione con la panzanella, poi la pappa al pomodoro, poi la pasta… Roberto Neri intanto ci racconta, ci incanta, ci coinvolge.
Ci ripete che la sua non è pubblicità al prodotto come migliore sul mercato, ma come prodotto autentico ed al servizio non solo del consumatore ma anche del produttore e del paesaggio.
“Dal punto di vista materiale non cambia da altre paste forse, ma è il nostro modo di dire grazie agli agricoltori che mantengono vivo un paesaggio che tutto il mondo ci invidia.”
Questo prodotto presenta una filiera sperimentale: gli ulivi sono piantati a spalliera per poter raccogliere le olive attraverso un procedimento meccanico che utilizza la macchina per la venfemmia.
In questo modo si riducono i tempi presenti tra raccolta e frangitura garantendo quindi al frutto di mantenere inalterato il suo aroma.
“Quello che oggi fa la differenza non ė il prodotto buono o cattivo; ma il vero e il falsonell’alimentazione“
Sul cibo ognuno si inventa una storia vissuta in prima persona
Milioni di euro sono stati dati ai coltivatori che hanno investito in tecnologia satellitare che consente di far lavorare gli spargiconcime anche nei pendii riuscendo quindi ad utilizzare la vera ampiezza del-appezzamento in modo che si vada ad a intervenire in ogni appezzamento nel modo adeguato, senza sprechi. Ogni intervento promosso, viene attuato nel rispetto della sostenibilitá e del territorio, senza rinunciare alla modernità e alle sue nuove tecnologie.
Il valore paesaggistico della provincia di Siena è indiscutibile, il territoriosi presenta infatti inparte antropizzato ma con virtuosismo e sapienza dovuta all’agricoltura Della tradizione.
Siena rimane quindi anche oggi un esempio virtuoso in cui l’attività produttiva è compatibile e coesiste con il paesaggio. Questa realtá agricola va dunque mantenuta, e l’unico modo possibile è quello di finanziare l’agricoltura acquistando i suoi prodotti.
“Mangiare e un atto agricolo.“
Ecco quindi che vi presentò la mia pizza orgogliosamente preparata con farina di grano verna. L’aroma era inconfondibile e la fragranza unica.
Ho scelto di preparare con questa farina uno dei miei impasti storici, non per mancanza di fantasia, ma perchè volevo apprezzare tutte le caratteristiche di questa farina ed il suo particolare sapore.
Pizza con farina di grano verna ai peperoni
Recipe Type: street food
Author:
Prep time:
Cook time:
Total time:
Ingredients
- (per 2 teglie 30x40cm)
- 300 gr di farina di grano verna
- 300 gr di farina di grano verna di tipo 2
- 1 cubetto di lievito di birra
- 350 gr di acqua tiepida
- 1 pizzico di zucchero
- 2-3 presa di sale
- 2 cucchiai di olio evo
Instructions
- Mescolate le due farine in una terrina, aggiungete il lievito di birra sciolto in metà dell’acqua tiepida. Aggiungete sale e zucchero e mescolate aggiungendo acqua pian piano.
- Aggiungete acqua fino a raggiungere un impasto molto morbido ma non appiccicoso. Impastate per almeno 5 minuti di orologio.
- A questo punto formate una pagnotta e mettetela in una ciotola coperta con un panno di cotone bagnato e strizzato. Mettete tutto nel forno spento e lasciate lievitare per almeno un’ora.
- Prendete l’impasto e sgonfiatelo leggermente con le mani. dividetelo in due pagnotte di uguale grandezza e stendetelo con il matterello fino a uno spessore di meno di circa 1 cm.
- Poi mettete in una teglia coperta precedentemente co la car ta da forno e lasciatela lievitare un’ora e mezza.
- A questo punto incidetela con il manico di un mestolo di legno senza forarla da parte a parte.
- Oliatela leggermente con un pennello per alimenti e cominciate a condirla.
- Infornate a 180°C ventilato circa 20-25 minuti.
A presto, con altre realtà senesi…. e non!
Un bacio,
B.